Anche nei casi in cui la popolazione viene interpellata, manca poi un coinvolgimento attivo e continuo della stessa. Molto spesso l’artista è chiamato dall’esterno a interpretare stimoli di vario tipo che in qualche modo richiamino il mood generale del quartiere, ma non ha il tempo né l’occasione di instaurare un dialogo profondo e reciproco con gli abitanti né di tenere in considerazione le reali richieste, esigenze espressive, sociali e abitative della popolazione. In questo modo, l’artista rimane estraneo al tessuto sociale del luogo e di conseguenza anche l’opera finita rischia di non essere pregnante e ricca di senso come si vorrebbe, riducendosi a mero intervento estetico, e quindi per quanto piacevole, di non corrispondere alla funzione sociale auspicata.
Questi progetti di arte partecipata vuole colmare questa esigenza improcrastinabile, situando gli interventi di rigenerazione urbana in un percorso di dialogo, co-progettazione e realizzazione condivisa che coinvolga attivamente i cittadini in tutte le fasi, allo scopo di creare coesione sociale e stimolare cittadinanza attiva.
Le persone sono invitati a raccontare e condividere le proprie risorse, competenze, esigenze e priorità, costruendo nello scambio collettivo la narrazione identitaria del quartiere. Ogni punto di vista umano, biografico, sociale, arricchisce il risultato finale. Ogni voce, per quanto marginale e all’apparenza ininfluente, ha un suo valore e troverà posto in vario modo nell’opera finale, contribuendo con la sua specificità ad arricchire il risultato estetico, sociale ed etico.
L’artista si propone come guida e coordinatore del progetto per far emergere e dar voce agli aspetti sociali in un’ottica di ascolto generativo e cura delle identità stratificate, delle differenze e delle peculiarità di ogni luogo.
Non la cittadinanza al servizio dell’artista, ma l’artista al servizio della cittadinanza.