DIZIONARIO D’AMORE MONOCROMATICO
Milano, 2020 © testo a cura di Valentina Di Cataldo
Il Dizionario d’Amore Monocromatico si inserisce in un progetto di ricerca sperimentale sul concetto di (in)comunicabilità. Il nucleo semantico da cui ognuna delle sei poesie prende le mosse (e che ne costituisce anche il titolo) è una parola di lingue altre, portatrice di un significato traducibile nella lingua d’arrivo solo attraverso un rilancio interpretativo.
Spostate dal consueto contesto d’uso e ri-radicate queste parole intraducibili nello scarto poetico, le parole scelte diventano veicolo d’elezione per raccontare le diverse declinazioni del Quotidiano.
a un primo sguardo impercettibili, nascondono il senso della cura: per intuire l’invisibile e riuscire a leggere l’intraducibile è necessario adottare una prospettiva obliqua, attenta alla luce, alle ombre e alle più piccole sfumature.
KARELU
Origine Tulu (India)
Indica il segno lasciato sulla
pelle da qualcosa di stretto
Ti aspetto, stretto
tra il freddo, la notte e tutte le cose
che non c’è bisogno che tu mi dica
incastrato, nel tuo abbraccio
libero e imprevedibile a me stesso,
sperando di morire anche sta volta
tra le tue labbra,
tra lividi, i brividi, il tuo odiarmi
e poi tutto il contrario.
Li, dove più stringi
e meno mi manca l’aria.
2023
APAPACHAR
Nahuatl (Messico), verbo
Indica il gesto di accarezzare con l’anima
Mi arrampico di te
negli ultimi dieci centimetri di questo tutto
in cui facciamo finta di non capirci
niente.
Resto qui, fuori posto
perché forse è l’unico posto giusto.
Qui, dove il silenzio parla per noi
e tu mi sfiori come un’acquazzone
che infradicia,
ma rinfresca.
2022
HOPPIPOLLA
Origine Islandese
Indica il gesto di saltare deliberatamente nelle
pozzanghere
Sospesi
a pochi millimetri dallo schianto
felici da fare paura, con la paura di essere felici
e noi nostri pugni serrati un’idiozia
conquistata a fatica
Chi siamo quando nessuno ci guarda?
Un tuffo a bomba
in una pozzanghera.
2023
KALPA
Origine sanscrita, sostantivo
Indica il passare del tempo su
scala cosmologica, infinito.
Siamo un’aritmia del cosmo,
caos, come luce che si guarda allo specchio
cieli nudi immisurabili
che si sfiorano sotto la pelle senza censura,
chiasmo di unità di misura.
Siamo l’istinto dell’eterno in ogni istante.
2020
SAMAR
Origine araba, sostantivo
Una danza ininterrotta di parole
prolungata fino a tarda notte.
Visti da fuori nel buio
siamo solo parole, colore del sonno,
una pausa tra suoni
e fracasso di santi.
Siamo il ritmo meticcio
dei nostri respiri,
il grido di Dio che trabocca
dai nostri occhi aperti
sotto lo stesso buio.
2020
MBUKI-MVUKI
Origine bantu, verbo.
Indica la voglia di togliersi i vestiti mentre si balla
per sentirsi più liberi.
Ci guardiamo da così tanto vicino
che potremmo mischiarci il colore degli occhi.
Così tanto vicino
che con lo sguardo ti tengo
stretta a improvvisare un tango,
sdraiati e vestiti del tuo respiro sopra il mio corpo.
Ci guardiamo da così tanto vicino
che se ora chiudessi gli occhi
riuscirei solo a immaginare il tuo sguardo
quando sono dentro di te.
2019
CAFUNÈ
Origine: portoghese, verbo.
Indica l’atto di passare delicatamente e con
tenerezza le dita tra i capelli delle persone care.
Regalami ancora
un’altra notte passata a fare mattina,
per scoprire il mio corpo con le tue mani.
A farti rubare un momento alla volta
per tutto il giorno che viene,
e assaporarti mentre cerchi, nascosta
come i baci che porti,
la fregatura dentro i miei occhi.
E se non puoi,
regalami solo una mano tra questi capelli
e le tue gambe nude incastrate
con le mie.
2019